Mentre in Italia parliamo di tariffe a metro cubo, e di problemi di approvvigionamento idrico soprattutto nei periodi estivi, l'acqua è stata per la prima volta quotata in borsa, tanto da diventare un bene speculativo su cui fare affari.
E' notizia di questi giorni, raccolta da alcuni media, (pochi) che sia nato il "Nasdaq Veles Water Indexes" un indice americano basato sull'andamento del prezzo dell'acqua misurata per piede acro, una misura utilizzata negli USA, pari a 1,233,5 metri cubi.
Mantenere l'accesso a forniture idriche affidabili è fondamentale per la prosecuzione dell'attività economica. Tuttavia, la gestione dell'acqua viene spesso condotta senza un meccanismo trasparente di determinazione dei prezzi, risultando in un quadro di scambio inefficiente.
Nel 2018, il Nasdaq ha collaborato con Veles Water e WestWater Research per lanciare il Nasdaq Veles California Water Index (NQH20), il primo indice dell'acqua del suo genere che confronta il prezzo spot dell'acqua nello stato della California.
Come si legge nella presentazione dell'indice Nasdaq, lo scopo è precisamente individuato in quattro aree
1) Tiene traccia del prezzo a pronti dell'acqua nello stato della California,
2) Rappresenta la valutazione corrente dell'acqua determinata dalle transazioni di diritti sull'acqua dal mercato delle acque superficiali della California e quattro bacini di acque sotterranee aggiudicati;
3) Risponde alle condizioni di domanda e offerta all'interno dei mercati dell'acqua fisici sottostanti;
4) Offre una maggiore trasparenza e soluzioni innovative per la gestione del rischio alle persone e alle entità che si affidano ai mercati dell'acqua per allineare la domanda e l'offerta.
Il mercato dell'acqua non è il mercato del bene in sé e per sé ma il mercato dei diritti corrispondenti all'uso dell'acqua, e quindi al diritto di captazione dalle fonti, dai bacini, fino alla deviazione dei corsi di acqua, e perché no anche diritti di stoccaggio o diritti sulle acque reflue trattate.
Tutti questi diritti, possono essere scambiati e costituire quindi un "mercato" dell'acqua, o meglio un mercato dei diritti sull'acqua. Come è agevole immaginare, il prezzo dei diritti afferenti l'acqua riflette l'andamento delle condizioni metereologiche, e quindi disponibilità dell'acqua in relazione al fabbisogno.
Maggiore sarà la richiesta soprattutto in periodi di siccità, maggiore sarà il valore di questi diritti, si pensi ad esempio alle esigenze dell'agricoltura d'estate.
A partire dal 7 dicembre 2020, sul Nasdaq Veles California Water Index sono disponibili per la negoziazione tramite CME Group. In Italia siamo molto lontani da una commercializzazione dei diritti sull'acqua, molto differente è l'approccio all'uso dell'acqua, ed allo sfruttamento delle risorse idriche. Basti pensare che l'installazione dei contatori a consumo sono una novità piuttosto recente.
Un passo verso la privatizzazione dell'acqua è stato fatto in passato, con l'avvento delle società in house per la gestione delle risorse idriche, sebbene tali società siano ad oggi pienamente in mano pubblica e non hanno diritti sull'acqua in sé come bene. Si sta aprendo comunque la strada ad una visione "commerciale" e "speculativa" dell'acqua e dei diritti ad essa collegata e sottostanti; un cammino lento ma pericoloso, un chiaro esempio dei tempi che cambiano.
La consapevolezza dei tempi che stanno cambiando, anche nella gestione speculativa commerciale delle risorse naturali, potrà evitare di farsi trovare impreparati.
a cura di Avv. Aldo Lucarelli
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Avv. Aldo Lucarelli
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