La società che non versa gli stipendi regolarmente ai proprio dipendenti è soggetta la fallimento, così' come il mancato pagamento anche di "piccoli" debiti può essere sintomo di insolvenza, ed esporre quindi la società alla procedura fallimentare.
Sottovalutare situazioni debitorie ricorrenti e costanti, ancor più se documentate nelle scritture contabili può essere un chiaro segnale di insolvenza cronica e condurre alla procedura fallimentare.
Questa la sintesi a cui si giunge dopo un'analisi della recente giurisprudenza del 2022.
Gli stipendi dei dipendenti sono una partita di debito ricorrente, il mancato rispetto della scadenza, sia essa anche una sola ma rilevante, connota infatti un palese stato di "insolvenza", così come il mancato pagamento di un debito apparentemente piccolo può essere sintomo di "insolvenza".
Il Tribunale Fallimentare infatti non é tenuto a valutare elementi esterni alla società o contro crediti per evitare la procedura fallimentare, quello che viene analizzata é invece il grado di solvibilità per la regolarità dei pagamenti.
Un contro credito non salva dal fallimento.
Infatti, la situazione di insolvenza connota uno stato di salute dell’impresa meno grave del vero e proprio deficit patrimoniale, ben potendo essere possibile che anche in caso di patrimonio netto negativo la società possa adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni (ad esempio, grazie alle disponibilità creditizie di cui gode) e che, d’altra parte, un imprenditore può essere insolvente anche quando l’attivo prevalga sul passivo (come avviene tipicamente nell’ipotesi in cui le poste attive siano difficilmente liquidabili nel breve periodo, a fronte di debiti pur di minore entità, ma immediatamente esigibili).
In tale contesto assume rilevanza decisiva la circostanza prevista dalla disciplina legislativa relativa alla “regolarità” nell’adempimento, che fa passare in secondo piano anche il dato dell’eventuale superiorità in dati numerici dell’attivo rispetto al passivo.
Presupposto oggettivo del fallimento è, quindi, una generale situazione di difficoltà economica riguardante l’impresa, che genera l’impossibilità di far fronte regolarmente, quindi con modalità e tempi fisiologici, alle obbligazioni assunte, indipendentemente dai motivi che l’hanno generata.
Tale situazione non deve essere momentanea e transitoria, ma deve consistere in una condizione ormai patologica dell’impresa, tale da non consentirle di onorare le obbligazioni assunte con mezzi ordinari.. con la conseguenza che l’insolvenza dell’imprenditore, ai fini del fallimento, si presenta quando si versa in una situazione di crisi finanziaria, indipendentemente dalla consistenza del patrimonio dell’imprenditore medesimo, posto che il dato preminente è costituito dal fatto che l’imprenditore non sia più in grado di adempiere regolarmente le proprie obbligazioni senza che possa rilevare la circostanza che il patrimonio sia superiore alla esposizione debitoria, in quanto il patrimonio potrebbe essere altrimenti impegnato o non facilmente liquidabile. Sul punto si veda la ricostruzione della Corte di Cassazione, tra le varie, la n. 6914/2015.
Qualora quindi l'imprenditore voglia contrastare la domanda di fallimento, dovrà dimostrare l’insussistenza del suo stato di insolvenza, senza prospettare in termini ipotetici e futuri situazioni economiche prive, però, di obiettivi riscontri che dovrebbero essere funzionali ad una ristrutturazione del suo debito, magari relativi ad ipotetici incassi futuri.
Quindi a fronte di un debito consistente nei confronti dei propri lavoratori, e/o di piccoli creditori, l'imprenditore sarà comunque esposto alla procedura fallimentare, ove non dimostri che la propria situazione di crisi sia reversibile e temporanea, e quindi non versi in un conclamato stato di insolvenza.
Diversamente il debito rappresentato dal creditore procedente dimostrerà inequivocabilmente l’incapacità dell'impresa di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni e pertanto la sussistenza dei requisiti per il fallimento.
Ad avviso di chi scrive quindi l'assistenza legale dovrà focalizzarsi sulla fase PRE-Fallimentare, volta a verificare che l'impresa sia in grado di poter far fronte alle proprie passività, anche con il ricorso a meccanismi di indebitamento sostenibile.
Per evitare quindi di incorrere nella procedura fallimentare è necessario non sottovalutare i piccoli debiti, e focalizzare l'attenzione sul requisito della "regolarità" e "sostenibilità" del proprio business, con l'ausilio di consulenti specializzati.
a cura dello Studio Legale Angelini Lucarelli.
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